Un’azienda fa buoni utili e per questo l’imprenditore decide di dare un benefit ai propri dipendenti o, in alternativa, sceglie di fare beneficenza: lo deve fare in silenzio?
Secondo molti imprenditori che incontro, si.
“Queste cose si fanno ma non è corretto usarle per trarne vantaggi pubblicitari” dicono convinti. Lo dicono e lo fanno, perché da quello che si sente in giro, le aziende che “devolvono” una parte dei propri utili per attività benefiche sono rare eccezioni ma in realtà posso testimoniare che è un fatto molto più diffuso.
Ora, ostentare il proprio fare è una “roba” di cattivo gusto ma raccontare e spiegare le ragioni di quello che si fa è un’altra cosa, perché più di quello che si dice, conta il modo e il perché lo si dice.
Provo a fare un esempio.
Un Amministratore decide di condividere una parte degli utili della propria azienda con i dipendenti e tramite interviste giornalistiche ne spiega le ragioni: “Se abbiamo raggiunto questi risultati è anche grazie all’impegno e alla professionalità dei miei collaboratori, è quindi giusto che ne abbiano benefici concreti”.
La notizia viene letta e stimola altri imprenditori a seguire il suo esempio. È una conseguenza di cui vergognarsi?
La notizia è talmente apprezzata che l’azienda ne ha un beneficio sulle vendite al punto tale che deve assumere altre persone. È una conseguenza amorale?
Aumentando le vendite necessariamente acquista più materiale dai propri fornitori. È una cosa negativa incrementare la produzione dei propri fornitori?
Grazie a tutto questo l’anno successivo migliora i risultati di bilancio e quindi rinnova (e magari aumenta) il benefit ai propri dipendenti. È disdicevole?
Sarebbe interessante anche ragionare sull’effetto benefico che un esempio positivo ha sulla fiducia di tutti noi. La verità è che il nostro Paese, al contrario di quello che viene percepito leggendo giornali e ascoltando Tg, è ricco di esempi aziendali eticamente positivi che purtroppo rimangono sconosciuti anche per scelta di imprenditori condizionati dalla “credenza” che far parlare di sé sia volersi celebrare.
In realtà così facendo rinunciano a comunicare un valore che potrebbe dare alla loro azienda grandi vantaggi competitivi (leggi reputazione-aziendale-un-patrimonio-che-fa-la-differenza/) e soprattutto alla possibilità di contribuire a portare positività e fiducia in un momento in cui ce ne è davvero un gran bisogno.
Fare beneficenza non deve limitarsi a semplice “elemosina” ma deve generare valore. A chi la riceve, alla comunità e all’azienda che la fa, generando così straorinari effetti moltiplicatori e questo obiettivo si raggiunge con una giusta comunicazione.
Se vuoi iniziare da subito a mettere in atto “una giusta comunicazione” contattami e ne parliamo.
Buona reputazione
ilio stella
https://www.youtube.com/watch?v=JkGOhxAyFY8&feature=youtu.be